La risacca

Mi ha da sempre affascinato il rumore della risacca; l’avvicinarsi dell’onda, dapprima veloce e poi man a mano più lenta sino a che lambisce gli scogli che se ne stanno, immobili, come in attesa di quella carezza; e poi il suo ritrarsi strisciante, quasi controvoglia, tanto accattivante è stato l’approccio.
Devo constatare quanto sia delirante il mio essere dentro la natura; è come se le creature che ne fanno parte usassero, al di fuori della loro appartenenza, il mio uguale modo di “sentire”. E’ come se avessero la stessa mia personalità.
In questo caso l’onda del mare si comporta come farei io se fossi l’onda; lambirei lo scoglio per fargli sentire il mio amore e poi mi ritrarrei con la speranza di essere desiderata.
Starei, ore intere, ad ammirare questo prodigio della natura per deliziarmi dell’odore di salsedine, fresco e inebriante, che da questo movimento nasce.
Sono trascorsi dieci giorni dall’inizio del mio sciopero; solo dieci giorni e mi sembra sia trascorso un secolo.
Ho avuto tanto tempo per meditare e lo faccio anche in questo momento d’estatico abbandono.
Seduta sulla battigia sabbiosa, le ginocchia strette tra le braccia e il viso appoggiato sulle ginocchia, navigo, con gli occhi e col cuore, verso lontani orizzonti.

L’ombrellone che mi protegge dal sole è come una fioriera ricca di papaveri e girasoli, i miei fiori preferiti.
Se non incombesse la necessità di rientrare a casa per le solite faccende domestiche, me ne starei qui tutto il giorno, tutti i giorni e se, per una brutta esperienza vissuta da bambina, non avessi un sacrosanto terrore dei cani, anche la notte…tutte le notti resterei qui.
Mi avvolgerei in un bozzolo come fa il baco da seta, ma, al contrario del baco, non vorrei uscirne fuori.
Per altro, nulla è cambiato nel rapporto con i miei familiari.
Loro continuano a fare i padroncini e io continuo ad essere la loro badante, anche se, sinceramente parlando, avrei io il bisogno di essere curata e “badata”.
Di certo così non può continuare.
Non me la sento di reprimere l’amarezza e la voglia d’esplodere, con tutto l’orgoglio di donna, e deflagrare contro l’adagiarsi nell’indifferenza altrui fingendo che sì, tutto va bene. Tutto va bene?
Per loro… tutto va bene; per me tutto continua a rotolare.
Devo ammetterlo; la personalità dell’acqua cheta non appartiene al mio DNA!
Assumendomi tutte le responsabilità, ho, sempre, cercato d’essere me stessa, senza finzione.
Non ho mai indossato alcuna maschera per mimetizzarmi tra la gente.
Non ho, mai, voluto apparire più brava di quel che sono; mai più di quanto fossi onesta e sincera.
Io sono Maria Stella!
Io sono così….amo dare con generosità, ma voglio, e dico voglio, riceverne nella stessa misura.
Inoltre, devo ammetterlo, ho un grave difetto che non mi riesce correggere.
Non dimentico facilmente le ferite che hanno umiliato il mio orgoglio di donna, madre e moglie.

I giorni passano velocemente, la vita passa, altrettanto in fretta, e non è giusto non coglierne l’essenza migliore come non è giusto non riconoscere a chi ci vuole bene e ci sta accanto, il diritto a goderne.

Il mio meditare è interrotto da un volo, elegantemente soft, di una compagine d’uccelli.

Come sono belli!
Volano basso, tanto che riesco a distinguerne il colore, rosa tenue.
Una tra le tante meraviglie della natura
Se il Buon Dio avesse dotato l’essere umano di cotante ali…
mi sarei certamente involata già da tempo, verso altri lidi invece di restare qui a…

… Continuarisacca-04